RESIDENZE VIP: LE CASE DI BERNINI




Le vicende di Gian Lorenzo Bernini si snodano attraverso quattro palazzi che rappresentarono il luogo di abitazione e di studio dell'artista: 

1. Il più antico è in via Liberiana, nel rione Monti, al civico 24, in un edificio ad angolo con via Santa Maria Maggiore; il palazzo venne edificato dal padre, Pietro Bernini, che qui abitò con lui dal 1606 al 1642. Una targa testimonia ancora oggi la residenza dei due artisti. Probabilmente il pianterreno del palazzo venne utilizzato per realizzare opere di scultura; Qui Pietro Bernini tra il 1627 e il 1629 realizzò la struttura portante della Fontana della Barcaccia per piazza di Spagna. Il giovane Gian Lorenzo in questo palazzo diede vita invece a tre opere scultoree, tutte commissionate dal cardinale Scipione Borghese e ora esposte alla Galleria Borghese di Roma. La prima fu Il ratto di Proserpina, eseguita tra il 1621 e il 1622; la seconda fu il David, scolpita tra il 1623 e il 1624, e la terza l' Apollo e Dafne, eseguita tra il 1624 e il 1625. Con queste opere il giovane Bernini conquistò i favori di papa Urbano VIII. 



2. Il secondo si trova in Via della Mercede 11, nei pressi di Piazza di Spagna. Venduto nel 1641 al padre di Gian Lorenzo, che si trasferì qui con la famiglia dalla casa di via Liberiana; e qui Gian Lorenzo visse fino alla morte. Il maestro probabilmente utilizzò come studio il pian terreno e il vasto cortile, atto per la realizzazione delle grandi statue, mentre al primo piano, al quale conduce uno splendido scalone vi erano la residenza personale e la sala delle scenografie teatrali. Nota di colore: nel 1830, in questo palazzo,come attesta una targa, soggiornò il famoso romanziere scozzese Walter Scott. 



3. L' edificio di via della Mercede 12/A è prossimo al precedente. Sulla facciata un busto scolpito da Ettore Ferrari nel 1898 e una lapide comunale ricordano che «Qui visse e morì Gian Lorenzo Bernini sovrano dell' arte al quale si chinarono reverenti papi, principi, popoli." L' iscrizione indica erroneamente che in questo edificio visse e morì l' artista, in quanto, come già detto, l'artista aveva residenza al numero 11, dove appunto Gian Lorenzo morì nel 1680. Alcuni studi hanno accertato che il palazzo al 12/A sarebbe stato utilizzato da Bernini come studio e deposito di sculture. Tra le altre cose, qui rimasero fino al 1729 due Angeli scolpiti per Ponte Sant' Angelo, che il papa Clemente IX voleva trasferire a Pistoia, sua città natale. Il pontefice non riuscì però nel suo intento a causa della morte e gli angeli furono requisiti dall' artista a completamento del pagamento di tutta l' opera. Successivamente il nipote li regalò alla chiesa di Sant' Andrea delle Fratte, dove ancora si trovano. Fino al 1878 rimase qui anche la statua Il Tempo che svela la Verità, attualmente alla Galleria Borghese. Nell'ambito della personale "guerra" tra Bernini e Borromini questo edificio è stato inoltre protagonista di un piccante episodio di cui parleremo in un apposito post. 




4. Il quarto palazzo è in via Borgognona 47. Lo costruì lo stesso Gian Lorenzo verso il 1645, ma quattro anni prima della sua morte lo vendette alla famiglia romagnola dei Manfroni. Nel 1812 i Bernini lo hanno riacquistato e ampiamente ristrutturato. L' edificio svolta su via Frattina e quindi apre su via Borgognona con un portale arcuato. Una struttura di supporto di due piani con tre finestre ciascuno e una sopraelevazione è ciò che rimane del semplice originale progetto berniniano.



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