CHIESE DI ROMA [#1] - SS. COSMA E DAMIANO




La basilica dei Ss. Cosma e Damiano ha origini molto antiche. Essa fu costruita riadattando alcuni ambienti del Tempio della Pace al quale si accedeva tramite un'entrata a pianta circolare trasformata da Massenzio in un tempio, che secondo la tradizione, sarebbe stato dedicato al figlio Romolo, morto in giovane età. Da qui deriverebbe il toponimo Tempio del Divo Romolo.

Dopo la sconfitta di Massenzio, sotto l'impero di Costantino, il tempio mutò probabilmente la sua funzione. Nel corso del VI secolo, Teodorico, re degli Ostrogoti, donò a papa Felice IV una sala del Tempio della Pace che venne così trasformata nella basilica dei Ss. Cosma e Damiano e unita al tempio del Divo Romolo, la quale ne divenne così l'originale vestibolo. 

L'antica entrata alla basilica dalla Via Sacra e più precisamente dal Tempio del Divo Romolo, oggi non più in uso. Molto bello il portale bronzeo

Cosma e Damiano, secondo la tradizione, furono due medici, fratelli, di origine araba operanti in Siria e martirizzati durante l'impero di Diocleziano. A loro sono attribuite molte guarigioni miracolose e intorno alle loro figure si snodano tanti avvenimenti leggendari. Felice IV, probabilmente, volle dedicare la basilica ai due santi per contrapporne il culto a quello pagano dei Dioscuri, Castore e Polluce, che precedentemente erano venerati nel vicino tempio romano.

Nel 1632 Urbano VIII fece restaurare l'edificio alzando il livello del terreno di ben 7 metri al fine di evitare pericolose infiltrazioni d'acqua. La pianta della basilica segue i dettami della Controriforma: singola navata, tre cappelle per lato e una grande abside che, però, rispetto a quella originale venne ridotta nelle dimensioni. 

La decorazione musiva dell'arco absidale, purtroppo mutila ai lati e nel sottarco, rappresenta invece la Prima visione dell'Apocalisse: al centro è raffigurato l'Agnello sul trono, con il rotulo dai sette sigilli, mentre ai lati si dispiegano i sette candelabri fiammeggianti e i quattro angeli. L'esecuzione di questo mosaico risale al pontificato di Sergio I nel 695

Il mosaico absidale è senza alcun dubbio l'opera d'arte più importante della basilica. Decorato intorno al 530 rappresenta l'accoglienza in cielo di Cosma e Damiano da parte di Cristo, San Pietro e San Paolo. Il Cristo, posto al centro, domina la composizione. Posto su delle nuvolette di color rosso - blu che si estendono prospetticamente alle sue spalle, indica con la mano destra una stella mentre nella sinistra tiene un rotolo. Alla sua sinistra sono raffigurati papa Felice IV, San Cosma e San Paolo mentre alla sua destra San Pietro, San Damiano e San Teodoro. Nel tamburo sottostante l'Agnus Dei e gli apostoli rappresentati come altrettanti agnelli.

San Pietro e San Damiano
  
L'anonimo artefice di questa rappresentazione musiva, molto antica, riprende gli esempi del suo tempo ma pone una grande attenzione al ritmo delle grandi figure che, sono tutte contenute nel catino absidale senza rinunciare alla loro visibilità. Dato significativo ma non scontato in una composizione a sette figure. Altra particolarità importante è la gestualità dei protagonisti e la loro umana espressione. Bellissime le mani poste in maniera affettuosa da parte di Pietro e Paolo sulle spalle dei due santi, quasi un invito a non temere l'incontro con Cristo e l'accoglienza in Paradiso.

San Paolo e San Cosma

Al tempo stesso, pur rappresentando un punto di partenza stilistico per i successivi mosaici di produzione romana, questa composizione presenta una ripresa di elementi iconografici precedenti (megalografia, le nuvolette cromatiche, squadro delle figure) che in futuro avranno decisamente meno uso.

Cristo (particolare - mosaico absidale)



Il tempio del Divo Romolo

Madonna con Bambino XIII secolo - altare

Crocifissione - proveniente dall'antica basilica



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