QUANDO SI DICE FORTUNA: se Marco Aurelio non fosse stato scambiato per Costantino....



A volte le opere d'arte vuoi per vicissitudini storiche, vuoi per un colpo di fortuna arrivano fino ai nostri giorni passando indenni, per secoli, attraverso guerre, rivoluzioni, pestilenze, straordinari eventi naturali e iconoclastie di vario genere. Come dire...anche in arte ci vuole fortuna. Questo è il caso del celeberrimo gruppo equestre del Marco Aurelio, uno dei simboli di Roma, conservato ai Musei Capitolini.

Scambiato per il Caballus Costantini (Cavallo di Costantino) il Marco Aurelio, in epoca cristiana, si salvò dalla distruzione. Nel Medioevo infatti la fusione delle antiche statue bronzee era una consuetudine per trarne profitto dalla vendita del metallo. 

La nota scultura bronzea, riguardo alla quale le fonti letterarie antiche non ci tramandano alcuna notizia, fu verosimilmente innalzata intorno al 176 d.C. nell'ambito degli onori tributati a Marco Aurelio dopo la vittoria sulle popolazioni germaniche o poco dopo la sua scomparsa avvenuta nell'anno 180.

Le descrizioni tardo imperiali delle Regiones romane enumerano ben 22 monumenti equestri, definite equi magni, ossia più grandi del vero, analoghe al nostro Marco Aurelio. Un numero quindi molto alto che conferma un trend artistico molto rilevante per quei tempi. Ebbene, di queste 22 sculture il Marco Aurelio è l'unica giunta integra fino a noi. Per quale motivo?

Il restauro più antico della statua da noi conosciuto avvenne tra 1466 e 1468 sotto il pontificato di Paolo II Barbo. Quattro secoli dopo Carlo Fea realizzò il secondo intervento. Nel 1912 la statua subì un accurato lavaggio interno ed esterno. Nel 1940 il gruppo fu smontato al fine di essere preservato dai bombardamenti e rimontato al termine della Seconda Guerra Mondiale.


Premesso che il luogo di collocazione originario del monumento non ci è noto, Carlo Fea fu il primo ad attribuire la salvezza del gruppo equestre a un'errata identificazione avvenuta dopo il IV secolo. Secondo lo studioso, il Marco Aurelio sarebbe stato erroneamente scambiato per una raffigurazione di Costantino, il primo imperatore cristiano, e per questo motivo si sarebbe salvato dall'oblio e dalla distruzione.

Sul luogo di collocazione originario, lo stesso Fea ipotizzò il Foro Romano o la piazza che circondava la Colonna Antonina (più o meno l'area dell'attuale Piazza Colonna). Certo è che il Marco Aurelio, fin dal X secolo viene ricordato al Laterano, nei pressi della basilica di San Giovanni. Gli studiosi hanno ipotizzato una sua presenza in quel luogo addirittura fin dall'VIII secolo, quando Carlo Magno risistemò tutta la zona del campus lateranensis. 

La ieratica serenità dell'imperatore, raffigurato privo di armi, ha lasciato pensare che sia stato effigiato in un gesto di clemenza. Del resto, Marco Aurelio fu famoso per essere stato anche un pensatore e filosofo di rilievo. Le fonti medievali riferiscono che ai piedi del gruppo si trovava un prigioniero barbaro che però non ci è pervenuto.  



Collocazione del Marco Aurelio al Laterano a) mappa di Roma medievale b) disegno di Marten van Heemskerck 1535 c.a.


All'inizio del 1538 fu papa Paolo III Farnese a far trasferire il gruppo del Marco Aurelio sull'Arce Capitolina, dal 1143 sede dell'autorità cittadina. Un anno dopo il Senato Romano chiese a Michelangelo di risistemare l'antica statua. Ma Michelangelo, che come sappiamo non amava porre limiti alla propria arte, ne fece il perno di quel perfetto complesso che è l'odierna Piazza del Campidoglio e che tutti noi possiamo ammirare ancora oggi. 


La statua equestre di Marco Aurelio collocata in una piazza del Campidoglio non ancora sistemata da Michelangelo e come ci appare oggi. Nel 1979  un attentato dinamitardo danneggiò la base michelangiolesca. Dai rilievi effettuati ci si accorse lo stato di grave corrosione della statua dovuta agli agenti atmosferici. Così nel 1981 il gruppo bronzeo venne smontato e fu oggetto di un lunghissimo restauro terminato nel 1990. Al suo posto, sulla piazza, fu collocata la copia che oggi possiamo ammirare.







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