GLORIOSA E ABBANDONATA: il triste destino di Villa Silvestri - Rivaldi





Un passato nobile ed elegante che stona in maniera orripilante con un presente vissuto nel più totale abbandono. Eppure Villa Rivaldi trascorre i suoi giorni, dimenticata da tutti,  in pieno centro storico, proprio accanto al Colosseo. La sua è una storia importante che inizia nella prima metà del Cinquecento quando Antonio da Sangallo il giovane la edificò per conto di Eurialo Silvestri da Cingoli, gentiluomo di camera di papa Paolo III Farnese.



La villa, intorno al 1547, si estendeva dall'attuale via del Colosseo, sulla quale ancora oggi confina il giardino, fino alla Basilica di Massenzio. E' importante specificare che all'epoca il contesto urbanistico di quest'area era molto differente da quello odierno. Al posto dei Fori Imperiali si ergeva infatti la Collina Velia e i giardini di questo complesso si estendevano proprio sulla sommità di quest'altura, costituendo quindi un suggestivo affaccio naturale sul Colosseo.



Il parco e l'edificio della villa subirono variazioni già nella seconda metà del XVI secolo finchè, nel 1567, il complesso divenne proprietà del cardinale Alessandro de Medici, che in futuro sarebbe divenuto papa col nome di Leone XI. Nel secolo successivo, dopo diversi passaggi di proprietà, divenne un istituto assistenziale "Pio Istituto Rivaldi" grazie alla mediazione di monsignor Ascanio Rivaldi, dal quale prese definitivamente il nome. 



A causa della destinazione d'uso l'edificio subì, nel corso dei secoli, nuovi rimaneggiamenti ma i guai veri e propri si verificarono nel 1932 quando, per favorire l'apertura di via dei Fori Imperiali, venne sbancata la Collina Velia e con essa fu cancellata tutta la parte di giardino che si estendeva fino alla basilica di Massenzio. Nel corso del tempo, il complesso continuò la sua funzione di ente assistenziale fino alla metà degli anni Settanta quando prima restò praticamente inutilizzato e, successivamente, venne occupato dal "Movimento Politico" che lo ribattezzò "Convento Occupato", centro artistico e culturale autogestito dell'epoca.


Dopo quest'ultima esperienza Villa Rivaldi è rimasta completamente abbandonata al suo destino. Tuttavia, e forse questo può essere considerato l'unico dato positivo di questa storia, la conservazione di alcuni frammenti di pitture ( ci sono state attribuzioni a Perin del Vaga e a Francesco Salviati), del bellissimo soffitto a cassettoni e delle colonne con architrave in stile ionico, appare oggi quasi un miracolo. Probabilmente la strenue resistenza di un patrimonio artistico che sta lottando per una sopravvivenza difficile.    



N.B. Considerate le precarie condizioni strutturali del complesso, non è possibile accedere a Villa Rivaldi. Pertanto le foto pubblicate non sono state scattate da me ma provengono dal sito della Soprintendenza del Comune di Roma e da un bellissimo articolo pubblicato sul sito rocaille.it a firma Antonio Marras che vi consiglio assolutamente di leggere al fine di approfondire il discorso. 








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