QUANDO GIORGIO VASARI FA "CAPOLINO" IN UN DIPINTO...

Giorgio Vasari – Conversione di San Paolo - Cappella Del Monte – San Pietro in Montorio - da flickr.com - all'interno del tondo rosso si intravede l'autoritratto dello stesso Vasari  


Giorgio Vasari (1511-1574) non fu personaggio qualunque: pittore, architetto, letterato, storiografo, critico. Le sue capacità abbracciavano molte sfere dell’umana conoscenza. E non fu nemmeno uno che, qualora gli saltasse la mosca al naso, da buon toscano, non la mandasse a dire. 

Per fare un esempio, nelle sue celeberrime “Vite”, egli liquidò senza troppi fronzoli l’opera del Pintoricchio, bollato come un pittore “il quale, ancorché facesse molti lavori e fusse aiutato da diversi, ebbe nondimeno molto maggior nome che le sue opere non meritarono”. 

Giorgio Vasari - autoritratto - da Wikipedia


Pur essendo riconosciuto come uno dei padri della storia e della critica d'arte, Vasari si distinse anche come artista vero e proprio. All’interno della Cappella Del Monte in San Pietro in Montorio, infatti, il nostro ci rende testimoni ancora oggi di un saggio delle proprie capacità. Intorno al 1552, su mandato del discusso papa Giulio III, egli pose termine, assieme a Bartolomeo Ammannati che ne realizzò le sculture, ai lavori della cappella che lui stesso aveva progettato qualche anno prima. 

Si tratta di un ambiente di rara grazia e finezza nel quale marmi, stucchi e pitture si armonizzano in maniera eccellente. Sull’altare della cappella, Vasari fece installare una sua stessa opera: la “Conversione di San Paolo” con il battesimo amministrato da Anania in primo piano. 

San Pietro in Montorio - Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati - Cappella del Monte 


Da fine critico quale fu, dotato anche di una naturale “civetteria”, Vasari non seppe resistere alla tentazione di apporre la propria particolare “firma” sulla realizzazione del dipinto. Così , se osserviamo con attenzione la nostra pala d’altare, in basso a sinistra, in secondo piano, quasi nascosto, noteremo Giorgio Vasari fare capolino un po’ per salutarci e pavoneggiarsi, e un po’, magari, anche per sincerarsi se, a quasi a 470 anni dalla realizzazione dell’ambiente, tutto continui ad andare liscio come l’olio. 

Sia mai qualcuno parlasse male del suo operato, siamo certi che sarebbe pronto a saltar fuori dal dipinto e a non fargliela passare liscia…. 

Ritratto di Giulio III Ciocchi del Monte, committente dell'omonima cappella. 



PER APPROFONDIRE
Per conoscere meglio la chiesa di San Pietro in Montorio e gli artisti che contribuirono ad arricchirla, clicca su questo link https://goo.gl/qsMbPb

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