ROMA SEGRETA: L'Arco di Gallieno
Appartato dal caos del rione Esquilino, nella suggestiva Via di San Vito, l'arco di Gallieno rappresenta molto di più che uno scorcio romantico e irresistibile. Nonostante porti il nome dell'imperatore Gallieno (III sec. d.C.) ci troviamo in realtà di fronte a uno dei monumenti più antichi di Roma.
Infatti l'arco era parte costituente della più antica cinta muraria della città, quella edificata dal re Servo Tullio nel VI secolo a.C., poi ricostruita con blocchi di pietra (saxo quadrato) nel 378 a.C., per mezzo del quale si poteva entrare in città dal Colle Esquilino. La Porta Esquilina, assieme alla Collina, alla Viminale e alla Querquetulana, rappresenta quindi uno dei punti di accesso all'Urbe risalenti all'epoca arcaica.
La porta, originariamente costruita in blocchi di tufo, venne totalmente restaurata durante l'impero di Augusto nel quadro degli interventi di bonifica di tutta l'area dell'Esquilino intrapresi da Mecenate, che poco lontano da qui aveva la sua villa.
La nuova porta Esquilina, tutta edificata in travertino, venne concepita a tre fornici. Sopra al fornice centrale venne inoltre apposta un'iscrizione che però oggi non è più possibile leggere.
Ma perchè a questo monumento è rimasto eternamente legato il nome di Gallieno? A causa della dedica che il prefetto Maurco Aurelio Vittore fece all'imperatore e alla moglie Cornelia in occasione di un restauro della stessa. L'iscrizione, tutt'oggi visibile, recita:
« GALLIENO CLEMENTISSIMO PRINCIPI CVIVS INVICTA VIRTVS SOLA PIETATE SVPERATA EST ET SALONINAE SANCTISSIMAE AVG
AVRELIVS VICTOR V(ir) E(gregius) DICATISSIMVS NVMINI MAIESTATIQVE EORVM »
« A Gallieno, clementissimo principe, il valore invitto del quale è superato solo dalla sua religiosità, e a Salonina, virtuosissima Augusta
Aurelio Vittore, uomo egregio, devotissimo agli dei e alle loro maestà »
L'imperatore Gallieno |
La parte interna dell'arco |
Probabilmente l'encomio non fu posto a caso. L'imperatore Gallieno risiedeva non lontano da questa zona, presso gli Hortii Liciniani, che possiamo localizzare nei pressi dell'area della chiesa di Santa Bibiana e probabilmente per raggiungere la propria dimora era solito passare attraverso la Porta Esquilina.
La porta a tre fornici divenne l'arco di Gallieno soltanto alla fine del XV secolo, quando la chiesa dei Ss. Vito e Modesto fu addossata a uno dei lati del monumento e vennero così abbattuti gli altri due fornici che sappiamo essere di dimensioni minori.
Il tempo sembra tuttavia essersi fermato in quest'angolo di Roma nascosto dal traffico. L'arco di Gallieno e la chiesa dei Ss. Vito e Modesto sostengono ancora oggi a vicenda le proprie sorti dopo aver indissolubilmente cavalcato secoli di storia.
L'arco di Gallieno in una foto del 1860 - da romasparita.eu |
L'arco di Gallieno oggi con in primo piano la fontanina rionale dei Monti di Pietro Lombardi |
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