ROMA SPARITA - IL SEPOLCRO DI GAIO PUBLICIO BIBULO





Ai piedi del Vittoriano, lato Fori Imperiali, si trova un pezzo di Roma antica che, a causa del traffico e dei tanti pedoni che finiscono per "impallarlo", viene spesso ignorato o addirittura non visto dai più. Questo rudere è però una delle poche cose ad essere sfuggita alla furia del piccone che cancellò, tout court, la secolare storia di un intero quartiere e, oggi, per quanto possibile, rimane lì a tramandarcene la memoria. 

Piazza Macel de Corvi in un'incisione di Giuseppe Vasi (1752)

Il sepolcro di Gaio Publicio Bibulo risale probabilmente all'inizio del I secolo a.C. e, anticamente, doveva forse trovarsi lungo la via Lata con la facciata principale a sud-ovest. In un'incisione di Giuseppe Vasi (1752) (foto 2) è raffigurato nella scomparsa Piazza Macel de Corvi, con il fronte inglobato in un palazzo del XV secolo, posizione confermata anche in una rarissima fotografia di fine Ottocento (foto 3), in cui se ne intravede la cella. Il sepolcro, in tufo e travertino, si trovava a un livello stradale molto più basso dell'attuale. Infatti il basamento è completamente interrato, sul quale si trova una cella rettangolare della quale resta solo una facciata. Al centro si trova la porta fra quattro lesene tuscaniche, tra le quali si trovano due riquadri.

Iscrizione del sepolcro - da romeartlover.it


Il fregio superiore si è conservato solo in un tratto, e presenta ghirlande, bucrani e rosette. In cima al basamento si vede un'iscrizione che si ripeteva anche sui lati: C(aio) Poplicio Bibulo ead(ili) pl(ebis) honoris / virtutisque caussa Senatus / consulto populique iussu locus / monumento quo ipse postereique / eius inferrentur publice datus est (a Gaio Publicio Bibulo, edile della plebe, in riconoscimento del suo valore e dei suoi meriti, per decisione del Senato e del popolo è stato concesso a spese pubbliche un terreno per il sepolcro, perché egli e i suoi discendenti vi siano deposti"). 

A questo punto, la vicenda assume connotati misteriosi e intriganti in quanto chi fosse Gaio Publicio Bibulo, edile della plebe, non è consentito sapere. Infatti, nonostante dall'iscrizione sia possibile dedurre che egli fosse un personaggio elevato agli onori per particolari meriti, le fonti non ci hanno tramandato nulla sul suo conto o sulle sue imprese. L'unico dato certo di questa storia è invece la particolare tipologia di sepoltura, cioè un rarissimo caso di sepolcro pubblico. 

Il sepolcro in una rara foto di fine Ottocento - interessante notare Palazzo Venezia sullo sfondo


Considerata la particolare struttura di questo sepolcro e considerato che, nel mondo romano, l'edile rappresentava il grado minore nella scala dei pubblici uffici, i meriti acquisiti in vita da quest'uomo furono probabilmente molto molto ingenti. Alcuni studiosi hanno infine ipotizzato, poiché gli antichi romani non potevano essere sepolti all'interno delle mura e la tomba di Caio Publicio Bibulo sembra violare la regola, l'avvenuta erezione del monumento sepolcrale in una zona ai piedi del Campidoglio non inclusa nel pomerio, il confine sacro della città di Roma. Il mistero, però, sembra destinato a permanere nel tempo....

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