IL CASTELLO PONTIFICIO ALLA MAGLIANA - #2




Con il pontificato di Giulio II della Rovere il castello della Magliana conosce importantissimi lavori di ampliamento. Il pontefice, in realtà, non fu mai interessato a questa tenuta suburbana, in quanto troppo impegnato sia con le vicende politiche dello Stato Pontificio sia con quelle artistiche legate alla realizzazione della Cappella Sistina. Papa Della Rovere concesse l'uso del castello al cardinale "di Pavia" Francesco Alidosi, già suo cameriere segreto, Protonotaro Apostolico, titolare della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, nonchè suo fidatissimo amico, collaboratore politico e confidente.

Giulio II della Rovere
Il cardinal Francesco Alidosi





















Il cardinal Alidosi fece aggiungere un nuovo corpo, avente forma di squadra, che andò ad integrare quello già edificato per volere di Innocenzo VIII. I lavori vennero diretti dal famoso architetto Giuliano da Sangallo. In questa parte del castello fu edificato un maestoso scalone che accedeva ad una vasta sala nel piano superiore, il portico sottostante a cinque aperture e venne realizzato anche un ampio restauro della cappella dedicata a San Giovanni Battista.

Castello della Magliana - il corpo edificato sotto il pontificato di Giulio II comprende la grande scala d'accesso al piano superiore e il portico a cinque aperture sottostante di chiaro gusto Rinascimentale. La fontana al centro del cortile risale invece al pontificato di Pio IV.



Lo scalone immetteva nella grande sala al piano superiore e consentiva anche un affaccio su un giardino segreto che guardava direttamente verso la campagna in direzione del mare.

Lo scalone di accesso al piano superiore. Al termine della rampa vi era l'affaccio sul giardino segreto 

Sopra la porta d'accesso al salone del primo piano è visibile un'iscrizione che ricorda il cardinal Alidosi. Il testo recita:
F. (Francesco) CAR(D). PAPJEN (cardinale di Pavia) JULII II P.M. ALUMNVS (alunno del papa Giulio II)
Le finestre a croce disegnate dal Sangallo recanti il nome di Giulio II

La grande sala al primo piano è detta anche Salone delle Muse per via delle decorazioni pittoriche che raffiguravano le stesse e il dio Apollo. Destinato probabilmente a piccoli concerti di musica e a rappresentazioni teatrali, in questo ambiente era posto il grande camino con l'epigrafe celebrante Giulio II. Purtroppo gli affreschi, attribuiti dopo una lunga disputa alla scuola del Perugino, venero fatalmente danneggiati nel corso del Settecento finchè verso la fine del XIX secolo si decise di asportarli e di collocarli nella basilica si Santa Cecilia in Trastevere. Oggi sono conservati in una sala del Museo di Roma a Palazzo Braschi dove è stata ricostruita l'intera decorazione pittorica del Salone delle Muse. 

Castello della Magliana - il salone delle Muse - foto da arvalia.net
La decorazione pittorica era dipinta con un trompe l'oeil simulante un portico a colonne con paesaggio agreste sullo sfondo. Tra le colonne si aprivano i grandi quadri (oggi vuoti) in cui erano dipinte le Muse.


Ricostruzione del ciclo pittorico delle Muse

L'unico pontefice che usufruì effettivamente del castello della Magliana fu Leone X.... (continua)

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