FOCUS: IL BELLO TRA IDEA E REALTA'. COME GUIDO RENI HA FERMATO LE LANCETTE DEL TEMPO

Guido Reni - San Girolamo e l'angelo (1634) - Vienna Kunsthistorisches Museum


E' possibile fondere il concetto di bello ideale con quello di realismo? 

L'impresa forse non è per molti ma il genio del bolognese Guido Reni ci si è avvicinato non poco. Ce lo dimostra in questi due quadri di soggetto sacro: il battesimo di Gesù (1622) a sinistra e San Girolamo e l'angelo (1634). La finezza delle linee, la compostezza dei gesti e l'equilibrio delle figure ritratte. Il delicato ma al tempo stesso brillante cromatismo. Echi di raffaelliana memoria che cristallizzano l'opera rivestendola di un'aura magica, quasi di immortalità.

Ma se Guido Reni fosse stato soltanto questo, probabilmente avrebbe già da tempo esaurito la portata della sua pittura. E allora ecco alcuni particolari di estremo realismo come le grinze della vecchiaia nel corpo di un San Girolamo drammatico alla sua maniera. Composto ma vibrante. Comunque espressione di tempi in cui l'arte, dopo l'esperienza di Caravaggio, ha giá intrapreso un'altra strada (individuabile anche nel punto di vista in cui è raffigurato l'angelo) che Guido Reni si appresta a percorrere con equilibrio e curiosità, quella stessa dote con la quale, ancora ragazzo, stupì i fratelli Carracci e con cui è riuscito a rendere immortale la sua pittura fino ai nostri giorni.


Guido Reni - il battesimo di Gesù (1622) - Vienna Kunsthistorisches Museum

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