MEDICI: QUANDO GIANGASTONE SCELSE LA LIBERTA' INVECE DEL POTERE





Il post di oggi nasce essenzialmente dalla coincidenza di tre eventi: 1) il clamore recentemente alzato dalla serie tv "I Medici", 2) un fine settimana trascorso a Firenze in cui ho finalmente potuto visitare le Cappelle Medicee in San Lorenzo, 3) le vicende dell'ultimo granduca di Toscana ed esponente della potente famiglia fiorentina, il bizzarro GianGastone de Medici, profilo, a mio parere, molto più moderno per l'epoca in cui si trovò a vivere. Eviterò di alzarvi il "predicozzo" sulla storia della famiglia Medici, troppo monumentale per essere rivisitata in un solo post, preferendo tracciare una piccola silouhette del protagonista di questa storia.

Richter - ritratto di Gian Gastone de Medici (1737)

GianGastone nasce a Firenze nel 1671, terzogenito di un matrimonio fallimentare tra il granduca Cosimo III e Margherita Luisa d'Orleans. La madre se ne torna in Francia quando il piccolo ha solo 4 anni mentre il padre si preoccupa soltanto dell'educazione del primogenito Ferdinando che, un giorno, diventerà Granduca. GianGastone, il quale denota da subito una sensibilità e un' intelligenza spiccata, cresce così solo, dedito agli interessi scientifici, e sotto la guida del cardinale-zio Francesco Maria de Medici, figura controversa, viziosa ma totalmente anticonformista.

Sarcofago all'interno della Cappella dei Principi - notare la bellezza dei marmi policromi


I guai cominciano però quando Ferdinando, ormai sposatosi, non riesce a generare figli. Nell'ambito di un matrimonio scricchiolante, l'erede al trono non nasconde la sua ostilità verso la moglie e finisce per dichiararsi bisessuale. Qualche tempo dopo Ferdinando sarà ucciso dalla sifilide lasciando a GianGastone il trono di Toscana. Il vecchio Cosimo III, allarmato dalla situazione in essere, si prodiga immediatamente per combinare un matrimonio tra GianGastone e Anna Maria Francesca di Sassonia, nobildonna tedesca descritta come rozza e di volgari costumi. Il matrimonio si celebra nel 1697 ma finisce prestissimo con la fuga di GianGastone dalla Boemia (la moglie non voleva tornare a Firenze) per raggiungere Parigi e Praga, dove assieme all'amico-amante Giuliano Dami, si prodiga a una vita totalmente dissoluta.


Michelangelo - la notte e il giorno - tomba di Giuliano de Medici duca di Nemours - 1526-31 ca
Sagrestia Nuova - Basilica di San Lorenzo - Firenze

Cappella dei Principi - stemma in marmo policromo della città di Chiusi (SI)


Tornato a Firenze nel 1708, GianGastone rifiuta da subito il fasto della corte, passando il suo tempo a leggere trattati di botanica e ad arricchire la sua collezione di antiquariato. Questo fino al 1723, quando, morto il padre Cosimo III, diventa, suo malgrado, Granduca. Sentendosi totalmente fuori contesto, al momento dell'incoronazione dichiara: "Mi pare di fare la parte del Re in una commedia". E, successivamente, dal momento che la sua omosessualità era nota a livello europeo, pressato da tutte le potenze europee che volevano accaparrarsi la futura successione al trono di Toscana, affermò di fronte a Don Carlo di Borbone: " Andiamo a vedere di chi mi han fatto padre, a sessant'anni, le potenze europee". GianGastone muore nel 1737 e la sua famiglia non gli concede una sepoltura all'interno della monumentale Cappella dei Principi. Anzi, viene seppellito in una seconda cripta retrostante l'altare maggiore della più antica Grande Cripta, ambiente scoperto solamente nel 2004 e con molta probabilità danneggiato dall'alluvione del 1966.

ritratto di Giuliano Dami - faccendiere- amante di Gian Gastone de Medici 

Ma perchè a GianGastone de Medici, l'ultimo regnante di questa importantissima famiglia, non furono concessi gli onori che tutti gli altri membri effettivamente ebbero? Probabilmente a causa della sua vita privata non conforme all'etichetta di corte ma soprattutto per il suo rapporto sprezzante nei confronti del potere che, con molta probabilità, mai avrebbe voluto esercitare in quanto non amava la vita mondana e il lavoro.
L'Aurora - tomba di Giuliano de Medici duca di Urbino - 1524-27 ca -  Sagrestia Nuova - Basilica di San Lorenzo - Firenze

Si racconta che Gian Gastone era solito pranzare a letto alle cinque del pomeriggio e cenare alle due di notte; i cani dormivano con lui; puzzava di tabacco e di vino; era solito vomitare e compiere i propri bisogni corporali nel letto e ideare stravaganti novità come il fare entrare un somaro, dei saltimbanchi o degli orsi nella camera. Famosi erano i suoi "pranzi" offerti per i funzionari di corte: una volta si racconta che dopo averli invitati, si ubriacò, si mise a ruttare, vomitò sulla tovaglia e si pulì la bocca con i riccioli della parrucca. 

Michelangelo - L'Aurora e il Crepuscolo - tomba di Giuliano de Medici duca di Urbino - Sagrestia Nuova - Basilica di San Lorenzo - Firenze 


Memorabili erano anche i suoi festini omosessuali con i "ruspanti", giovani ragazzi nullatenenti reclutati dal fido faccendiere-amante Dami. Dopo aver fatto sesso, spesso di gruppo, il granduca amava farsi malmenare e farsi derubare dei suoi oggetti d'arte che, successivamente, ricomprava nelle botteghe dei mercanti fiorentini.

Ma GianGastone de Medici non fu soltanto questo e sarebbe limitativo ricordarlo esclusivamente per i suoi eccessi privati. Fu uomo di grande cultura e soprattutto antepose sempre la libertà per se e per i suoi sudditi. Effettuò alcune grandi riforme che gettarono le basi delle riforme lorenesi: condusse una politica laica e ridusse il potere e l'influenza della Chiesa; risollevò le sorti dell'Università di Pisa; fece tributare solenni onoranze a Galileo Galilei nella basilica di Santa Croce; abrogò i decreti del padre contro le prostitute, i giudei e le feste laiche; ridusse notevolmente il carico fiscale e affidò il governo di Siena all'intelligente Violante Beatrice di Baviera, a cui era legato da sempre da fraterna amicizia (odiava invece la propria sorella Anna Maria Luisa de' Medici, che considerava la responsabile del suo matrimonio).

Il Crepuscolo - tomba di Giuliano de Medici duca di Urbino - Sagrestia Nuova - Basilica di San Lorenzo - Firenze 

GianGastone non amava il potere ma amava la libertà: quando l'arcivescovo di Firenze gli reclamò l'applicazione di alcune leggi ecclesiastiche in contrasto con il codice granducale, Gian Gastone gli ordinò di occuparsi degli affari suoi, cioè dell'anima. Inoltre, quando il papa gli impose di licenziare il ministro Giulio Rucellai, notoriamente anticlericale, il Granduca non gli rispose nemmeno.

Sistemazione della sepoltura di Lorenzo il Magnifico e Giuliano de Medici - Sagrestia Nuova -
Basilica di San Lorenzo - 
Firenze

Questa fu la grandezza e, in un certo senso, la modernità di GianGastone de Medici, dimenticato dai nobili, ma acclamato dai sudditi perchè ebbe il coraggio di scegliere la libertà di pensiero e di azione.

C. Berti - ritratto di Gian Gastone de Medici 1698 ca



[Nota] - Le foto nel post sono state effettuate all'interno delle Cappelle Medicee in San Lorenzo - Firenze

PER APPROFONDIRE

Ricognizione della tomba di Gian Gastone de Medici [VIDEO]



Museo delle Cappelle Medicee e Biblioteca Medicea Laurenziana [VIDEO]

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