IL CONVENTO DI TRINITA' DEI MONTI: IL REFETTORIO DI PADRE ANDREA POZZO



Andrea Pozzo fu uno tra i più geniali pittori della seconda metà del Seicento. Gesuita, maestro indiscusso del "trompe l'oeil", nel 1694 venne chiamato dai Padri Minimi del convento della Trinità dei Monti per affrescare la sala del refettorio. La leggenda narra che frate Pozzo avrebbe accettato la lauta proposta economica dei Padri Minimi, in quanto all'epoca era impegnato nella stesura di un trattato sulla prospettiva per la cui pubblicazione necessitava di parecchi soldi. Al tempo stesso, i Padri Minimi, i quali avevano già sperimentato, all'interno del proprio convento, temi pittorici legati ad illusioni ottiche e ad anamorfismi, avrebbero beneficiato dell'opera di uno dei più grandi maestri di questo tipo di pittura.


Questa collaborazione ci ha lasciato in eredità uno degli ambienti, a mio parere, artisticamente più belli di #Roma . Frate Pozzo dipinse, si narra in soli tre giorni di lavoro, il tema evangelico delle Nozze di Cana, che spesso veniva proposto nei refettori dei monasteri. Utilizzando i suoi artifici di pittura prospettica, l'artista crea un vero e proprio palazzo dalle cento colonne, ricchissimo di giochi prospettici e di sfondature. Inoltre I'effetto di profondità corre lungo tutte e quattro le pareti del refettorio, dove oltre gli archi di una terrazza si svolgono le celebrazioni delle nozze, in una sarabanda barocca di musici, servitori e vari personaggi che si sporgono oltre l'immagine coinvolgendo in prima persona l'osservatore.




Come per le pitture anamorfiche, anche qui c'è un piccolo "trucco": per godere al meglio della maestria di frate Pozzo, dobbiamo porci in un punto preciso della sala a circa 1 metro e 60 centimetri di altezza. In questo unico punto, convergono tutte le linee prospettiche in modo da poter cogliere tutti i ritmi e i giochi di prospettiva presenti.




Ed eccoci all'epilogo di questo post sul convento di Trinità dei Monti con una galleria fotografica del cortile, delle pitture che si trovano nel porticato e della cappellina ottocentesca del Sacro Cuore. Il convento è legato alla vita e alle opere di San Francesco da Paola (http://www.santiebeati.it/dettaglio/26550) che qui, nel 1494, stabilì la sede dei Padri Minimi a #Roma.






Da sempre sotto "supervisione" francese (la struttura riportò anche ingenti danni durante l'occupazione napoleonica della città), dopo la scomparsa del ramo dei Minimi di Francia (1828), il convento, con un accordo firmato tra la Santa Sede e la Francia, venne affidato alle religiose del Sacro Cuore che, tra l'altro, vi fondarono l'omonimo centro di istruzione ancora oggi attivo. 

📚PER APPROFONDIRE
Vi suggerisco questo link a una pagina in cui si parla dell'opera di San Francesco di Paola e nella quale vi sono delle belle foto del convento

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