APPIA ANTICA: IL NINFEO DI EGERIA
Uno dei luoghi più suggestivi all'interno del parco della Caffarella è senza dubbio il cosiddetto Ninfeo di Egeria. Si tratta di una struttura di carattere idraulico, probabilmente in connessione con la vicina villa di Erode Attico, tra l'altro precettore dei figli di Antonino Pio, Lucio Vero e Marco Aurelio (https://it.wikipedia.org/wiki/Erode_Attico), la quale si estendeva tra la Via Appia e la sponda dell'Almone (https://it.wikipedia.org/wiki/Almone).
In anni piuttosto recenti, il ninfeo di Egeria ha subìto delle importanti opere di recupero e di restauro e dalle indagini archeologiche effettuate in situ, si è riusciti ad individuare due diverse fasi di edificazione di questa particolare struttura.
La prima fase è risalente al II secolo d.C., quando il ninfeo andò a sostituire un preesistente edificio del quale non conosciamo la destinazione. Questo impianto è realizzato in opera mista (opus mixtum o opus compositum) che presenta un "opus reticolatum" tufaceo inquadrato da fasce di laterizi ed è costituito da due vani. Il primo vano è una camera rettangolare con volta a botte, nella quale sgorgava l'acqua proveniente da un condotto in muratura posto nel banco. Il vano presentava nicchie laterali semicircolari in cui si trovavano con molta probabilità delle statue e un grande arco in laterizio nella parete di fondo, dove era posta la statua del dio Almone. Perpendicolarmente a questo ambiente si sviluppa un avancorpo articolato in due ali simmetriche coperte da volta a botte e divise da uno spazio centrale che si apriva verso la vallata.
La seconda fase risale invece all'inizio del IV secolo, probabilmente durante l'età di Massenzio. Infatti i consistenti lavori di ristrutturazione eseguiti in "opus vittatum (https://it.wikipedia.org/wiki/Opera_listata), trovano corrispondenza nel vicino complesso di Massenzio, il che lascia supporre che alla morte di Erode Attico, parte del suo fondo, che comprendeva anche il ninfeo, venne inglobata tra i possedimenti imperiali.
Il monumento fu probabilmente abbandonato all'inizio dell'età medievale ma venne riscoperto in età rinascimentale, come testimoniano i tanti disegni dell'epoca. Tuttavia i primi sondaggi archeologici compiuti su questo sito sono quelli compiuti da Carlo Fea, ovvero soltanto all'inizio del XIX secolo.
Domanda: perchè questo ninfeo è detto di Egeria?
L'infondata identificazione risale all'età rinascimentale quando alcuni studiosi, rifacendosi ad un passo dello storico Floro (Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 2.3) vollero riconoscere nel ninfeo il sito della fonte e del bosco sacro in cui il re Numa Pompilio si incontrava con la ninfa Egeria. In realtà il ninfeo, costruito incidendo il banco e ricoprendolo con il terreno, era probabilmente un braccio distaccato della villa di Erode Attico utilizzato, con molta probabilità, per ripararsi dalla calura estiva.
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