DALL' 800 A PASOLINI: BREVE PROFILO DELLA TORRE RIGHETTI


La torre Righetti oggi


Prima metà dell'Ottocento: il Cavalier Righetti è uno di quei personaggi che, venendo dal basso, è riuscito a farsi strada nel mondo della finanza dello Stato Pontificio. Non è uomo di grandissima cultura, tantomeno di statuaria bellezza, ma possiede uno sfrenato culto della propria personalità e, oltre a un discreto patrimonio accumulato durante il pontificato di Leone XII, fa sfoggio di se accompagnandosi a una consorte molto affascinante.

Righetti possiede dei terreni sulla collina di Montecucco, al Trullo, che all'epoca è una località ancora immersa nella "Campagna Romana". Sulla sommità di quell'altura, questa nuova classe rampante si riunisce spesso per dedicarsi a battute di caccia. Si tratta di un luogo idilliaco in cui è possibile raggiungere con uno sguardo quasi tutta la parte meridionale di Roma: San Paolo fuori le mura, San Giovanni, Santa Maria Maggiore, oltre a tutta la cinta di montagne che fa da sfondo alla Città Eterna.
Il rudere con l'EUR sullo sfondo


Nel 1825, Righetti, sfruttando un preesistente sito che si trovava sulla sommità di Montecucco, fece edificare un casino di caccia avente forma di tempietto circolare secondo lo stile neoclassico di Giuseppe Valadier. Il tamburo centrale era ricoperto da una cupola, e circolarmente correva un giro di colonne. Nel tamburo si aprivano quattro finestroni che seguivano l'allineamento con i punti cardinali. La loro finalità era quella di illuminare gli ambienti sotterranei, destinati ai banchetti che si tenevano dopo le battute venatorie. Un ampio camino permetteva inoltre l'immediata cottura della selvaggina appena cacciata. Un'iscrizione ancora esistente, con versi probabilmente dello stesso Righetti celebrava pomposamente il restauro di quel vecchio rudere: "Fui luogo ignoto e inospito. E s’or rallegro e incanto ha di Righetti il vanto, l’arte, l’ingegno e l’or".

Ricostruzione ideale della Torre Righetti - da arvaliastoria.it

Con il passare degli anni, il casino cadde però in stato di totale abbandono. Infatti oggi rimane visibile soltanto il tamburo centrale, peraltro abbastanza malridotto, che ha portato alla nuova denominazione di "Torre Righetti". Inoltre la via di accesso al sito non è di semplice percorribilità. Si è dovuto infatti combattere contro il degrado per risanare parzialmente l'area e per assicurarne l'attuale status di terreno non edificabile. Tuttavia oggi, pur raccomandandovi l'escursione a Montecucco tramite visita guidata, è possibile godere di un affaccio su Roma poco conosciuto e davvero molto bello.

Panorama su Roma 

Inoltre, se siete appassionati di cinema, è bene sottolineare che la "Torre Righetti" possiede una storia contemporanea molto importante, in quanto nel 1966 fu scelta da Pier Paolo Pasolini come set per la pellicola "Uccellacci e Uccellini" (nella foto si vedono Totò e Ninetto Davoli davanti al rudere). Considerando questi mirabili sviluppi mi è subito venuta in mente una domanda: chissà come avrebbe mai reagito il vanitoso Righetti di fronte a una cinepresa piazzata nel suo terreno di caccia?

Totò e Ninetto Davoli sul set di Uccellacci e Uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini con la Torre Righetti sullo sfondo. Si dice che Pasolini, affacciandosi dal balcone della sua casa all'Eur, rimase talmente affascinato dal rudere che vedeva in lontananza sopra Montecucco, che finì per sceglierlo come una delle locations del film 

Il rudere della vicina Villa Koch

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