SANT' ANTONIO DEI PORTOGHESI: IL SEPOLCRO DEL PROFUMIERE

 



Perdendomi tra lo sfavillante fulgore delle cromie marmoree della chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi, ubicata nei pressi di Piazza Navona , mi è caduto l'occhio su questi due particolari sepolcri posizionati a specchio siti nei due lati della cappella dedicata a San Giuseppe.
La cappella viene citata per la prima volta nel 1679 mentre la prima descrizione di questo spazio, più o meno rimasto immutato fino ad oggi, risale al 1686. La curiosità che mi ha catturato sul momento è stata però quella di scoprire chi fossero i due personaggi, un uomo e una donna, probabilmente coniugi, i quali da tanti secoli sono affacciati da una sorta di balconcino ed intrattengono il visitatore con una sorta di amorevole ed eterno dialogo tra di loro.



Ebbene nella descrizione del 1686 si fa riferimento al patronato del ricco profumiere Giovanni Battista Cimini, morto il 7 Ottobre del 1682. Costui non era però un commerciante qualsiasi. Il documento lo descrive come fornitore dei profumi riservati ai pontefici del suo tempo e ne localizza la residenza proprio in prossimità della chiesa.




Sua moglie, Caterina Raimondi, rimasta vedova, si impegnò ad ornare la cappella di San Giuseppe entro il tempo di dieci anni e, a quanto pare, direi che svolse il compito in maniera ottimale tanto da farne l'eterna dimora della coppia.



L' esecuzione dei rivestimenti parietali, dello stemma Cimini-Raimondi e della balaustrata con un'impressionante varietà di marmi, fu opera dello scalpellino Pietro Antonio Ripoli su disegno dell'architetto Cesare Crovari il quale fu autore dell'altare in marmi e stucco dorato. Personalmente mi ha colpito molto il cuscino in marmo nero con nastro dorato sul quale sono poggiati i due coniugi.
#TiConsiglio di visitare la chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi in quanto, secondo me, per la bellezza dei marmi, si tratta di una delle chiese più belle di #Roma. E poi con una fotografia non si riesce a trasmettere a pieno l'emozione che connette occhio umano ed anima di fronte ad un'opera d'arte.




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