LA "ROTA PORPHYRETICA" IN SAN PIETRO




Qualche settimana fa un nostro lettore mi ha chiesto informazioni riguardo alla "Rota Porphyretica", il grande disco di porfido rosso che si trova nella basilica vaticana. L'argomento, a mio parere, meritava un post approfondito perchè lo stesso, rappresenterebbe, il punto esatto in cui, all'interno dell'antica basilica costantiniana, gli imperatori venivano incoronati dal papa. E proprio sulla "Rota Porphyretica", secondo una tradizione che si tramanda da secoli, sarebbe stato incoronato Carlo Magno per mano di papa Leone III nella notte di Natale dell'anno 800. 

La lastra, all'interno del luogo di culto, rivestiva una grande importanza a tal punto che non poteva essere calpestata per nessun motivo dal popolo comune. Per sviluppare il post sono partito da un bellissimo articolo scritto nel 1954 dall'ecclesiastico francese Michel Andrieu che prende in esame due fonti dirette nella descrizione dell'antica basilica vaticana, demolita nel corso del XVI secolo per costruire quella che possiamo ammirare oggi. La prima fonte è quella dello storico agostiniano Onofrio Panvinio (1530-1568) il quale, osservando il pavimento della parte ancora intatta della basilica, descrisse ben quattro "rotae". "Una in porfido nel nartece; una seconda in marmo egiziano subito dopo la soglia; la terza, in porfido,all'altezza dell'altare del Santissimo Sacramento e l'ultima, in marmo egiziano". La stessa descrizione del Panvinio, seppur in maniera più accurata, venne fatta successivamente da Giacomo Grimaldi (1560-1623), erudito e chierico beneficiato alla Basilica Vaticana il quale, presente ai lavori di demolizione dell'ultima parte della vecchia basilica, ci ha lasciato preziose indicazioni sulla sua struttura e i suoi dipinti. 



Grimaldi notò quattro "rotae", susseguenti in linea retta, indicando come "grande porphyretica" quella posta di fronte all'Altare del Santissimo Sacramento. Naturalmente non è semplice orientarsi in un ambiente, quello dell'antica basilica costantiniana, del quale conosciamo pochissime raffigurazioni. Una di queste è proprio un disegno della basilica eseguito dallo stesso Grimaldi in cui lo stesso presta particolare attenzione alla grande rota posta nel mezzo della grande navata nei pressi dell'altare del Santissimo Sacramento e l'unica delle quattro ad essere rappresentata ed evidenziata in rosso. Questa grande lastra di porfido era la più notevole di tutte, non solo per le sue dimensioni, ma per il suo ruolo secolare era stata assegnata nelle solenni cerimonie della Corona e per l'intronizzazione dei papi. È stata menzionata in molti testi, a cui si riferisce Grimaldi e che tutti gli eruditi esperti nelle antichità cristiane di Roma conoscevano. 



Un'altra raffigurazione della basilica costantiniana, forse meno precisa della precedente, la troviamo in una miniatura della Great Chronicle che raffigura l'incoronazione di Carlo Magno, dipinta dopo il 1458 dal pittore francese Jean Foucquet (1420-1477/1481). La miniatura mostra un'altra disposizione delle "rotae" rispetto ai testi di Panvinio e di Grimaldi. Infatti si notano quattro lastre rotonde disposte in una croce o in rombo. 

Tuttavia è ancora lo stesso Grimaldi a riportare che il grande disco di porfido non venne subito inserito all'interno della nuova pavimentazione basilicale ma, durante l'ultima fase della costruzione dell'odierna San Pietro, durante il pontificato di Paolo V, venne interrato a 13 piedi di profondità assieme a tutto l'antico pavimento. Grimaldi presentò al pontefice anche un progetto atto a staccarla e integrarla nel nuovo pavimento ma non vi riuscì a causa della morte che lo colse nel 1623. 

Nel 1649, in occasione del Giubileo, papa Innocenzo X volle sostituire il pavimento originale disegnato da Maderno con una nuova pavimentazione disegnata ad intarsi, opera di Gian Lorenzo Bernini. L'occasione, secondo Andrieu, fu propizia anche per riesumare la "Rota Porphyretica" che, però, durante l'esumazione fu spezzata mentre i bordi delle rotture vennero accuratamente regolarizzati per riadattare i frammenti tra loro. Le sue dimensioni primitive furono così ridotte. Purtroppo, pur supponendo il suo utilizzo in qualche monumento della Roma imperiale, non conosciamo l'antica origine, pre-costantiniana, del disco di porfido rosso. Tuttavia il valore storico della lastra su cui si inginocchiarono tanti grandi personaggi storici, seppur ignorato dai più che oggi visitano la basilica di San Pietro, rimane di un fascino e di un valore incommensurabile. 

BIBLIOGRAFIA 
M. Michel ANDRIEU- La rota porphyretica de la basilique vaticane - Mélanges de l'école française de Rome Année 1954 66 pp. 189-218

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