SANT' ONOFRIO AL GIANICOLO

 


Sita in posizione dominante sul colle Gianicolo, la chiesa di Sant'Onofrio possiede una memoria storico-artistica di rilevante livello. La sua costruzione inizia a partire dal 1419 sul luogo in cui si trovava un precedente Oratorio dedicato al Santo (leggi qui le sue vicende storiche).

L'importanza del luogo di culto crebbe intorno alla metà del Quattrocento quando venne aperta la strada che la metteva in comunicazione con via della Lungara, l'attuale Salita di Sant'Onofrio. La chiesa è ricordata per aver rappresentato l'ultima dimora del poeta Torquato Tasso, qui sepolto dopo la sua morte nel 1595. La tomba del Tasso costituì, nei secoli seguenti, un punto di richiamo per tanti poeti come Francesco Patrizi (sepolto assieme a Tasso) Goethe, Leopardi e Chateaubriand. Lo stesso Leopardi, il quale soggiornò a Roma nell'inverno del 1822-23 non ricevendo affatto buone impressioni dal soggiorno nella nostra città, in una lettera al fratello Carlo scrive che: «…fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato a Roma». 

Anche Garibaldi, nel 1849, durante la battaglia per la difesa della Repubblica Romana fu evidentemente influenzato dalla figura di Torquato Tasso, a tal punto che, dopo aver rimosso dal campanile tutte le campane della chiesa per fonderle e utilizzarle come proiettili da cannone, decise di risparmiare quella più piccola detta, appunto, la "campana del Tasso".  


La chiesa è a navata unica a pianta rettangolare absidata con tre cappelle laterali sul lato est (a sinistra) e due su quello ovest (a destra). La loggia del coro è sopra l'ingresso ed è collegata alla galleria porticata del chiostro. All'esterno un portico si estende su due lati e termina con la Cappella del Rosario (chiusa quando ho effettuato la visita). La realizzazione del complesso di S.Onofrio si pone a cavallo tra il periodo tardo medievale e quello rinascimentale come testimoniano le volte a crociera della navata. Il nucleo più antico, quello corrispondente all'antico Oratorio, è identificabile nella Cappella di Sant'Onofrio dove sono presenti le pitture di Antoniazzo Romano (al momento in restauro). 

All'interno spicca la bellissima abside con le storie di Maria, a mio parere uno tra i tesori nascosti di Roma, divisa in due registri da una cornice. La parte superiore è attribuita a Pinturicchio e bottega. La parte inferiore al grande Baldassarre Peruzzi e aiuti probabilmente di scuola lombarda. (Foto 1-16)

Imperdibile è anche la Madonna di Loreto di Annibale Carracci posta sull'altare della seconda cappella di destra. (foto 20-24)

Bellissimo il monumento funebre di Giovanni Sacco vescovo di Ragusa in Dalmazia, opera di Andrea Bregno e scuola, a destra dell'abside. (foto 17-19)

Il primo monumento funebre di Torquato Tasso si trova appena entrati a sinistra sul muro di controfacciata mentre nella prima cappella a sinistra, è ubicata la nuova tomba del poeta, opera del XVIII secolo. Vicino ad essa è posizionata una lampada votiva opera di Duilio Cambellotti, risalente agli anni venti del XX secolo. (foto 25-31)

Il piccolo chiostro del convento è forse la parte più antica del complesso: costruito nel periodo della fondazione, a metà del XV secolo, ha anche una galleria porticata al piano superiore. Le lunette del chiostro furono affrescate con storie di sant'Onofrio ad opera del Cavalier d'Arpino e scuola, in occasione del giubileo del 1600. (foto 32-35)

La chiesa è preceduta da un sagrato erboso, chiuso su due lati da un piccolo portico, le cui lunette sono affrescate con le Storie di San Gerolamo del Domenichino. Sul lato di fronte alla chiesa il sagrato è chiuso dalla cappella affrescata della Madonna del Rosario eretta all'inizio del '600 da Guido Vaini, patrizio di Imola, per sé, sua moglie Lucrezia Magalotti patrizia di Firenze e i loro 12 figli e discendenti. (foto 36-fine)



















































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