LA CASA DEI CAVALIERI DI RODI

 




Se vogliamo fornire un esempio di plurisecolare "stratificazione" monumentale, fenomeno caratteristico di molti complessi presenti nella nostra città, la Casa dei Cavalieri di Rodi è senza dubbio uno di quelli più lampanti. Infatti quest'area, in età imperiale, era interessata dalla presenza del Foro di Augusto e dal Tempio di Marte Ultore.








Probabilmente, già a partire dal V secolo, alcune strutture del Foro e del Tempio vennero interessate da crolli causati da terremoti. Tra questi spazi, a partire dal IX secolo, è ricordata la presenza di una chiesa  e un monastero dedicati a San Basilio. Il luogo di culto, retto appunto dai monaci basiliani, era un piccolo oratorio edificato sull'area dell'abside dell'antico tempio di Marte edificato scavando tra i materiali di accumulo presenti sull’area dello stesso. L'oratorio era abbastanza conosciuto tanto che alcune fonti medievali ricordano questa zona col toponimo di "Foro di San Basilio". Successivamente il piano pavimentale della chiesa venne abbassato fino al livello del pavimento antico, e nella muraglia venne praticata un'apertura che consentiva l'accesso dalla strada lato Suburra.

Durante il XIII secolo la chiesa e il monastero dei Basiliani passarono in possesso dei Cavalieri di san Giovanni di Gerusalemme (detti anche di Rodi o di Malta). Il Catalogo di Torino nell'elenco delle chiese di Roma redatto intorno al 1320 ricorda infatti che la "Ecclesia sancti Basilii habet fratres hospitalis sancti Johannis". 







Nel 1312, con la dispersione dei Cavalieri Templari il Priorato romano dell'ordine si stabilì definitivamente a san Basilio, utilizzando come sede il cosiddetto palatium vetus, cioè il monastero basiliano. Il complesso venne però fortemente modificato quando il cardinale Marco Barbo, nipote di papa Paolo II Barbo entrò nell'amministrazione del Priorato. Tra il 1467 e il 1470, vi fu una radicale ristrutturazione dell''edificio che assunse quindi un aspetto molto simile a quello odierno, ripristinato con le demolizioni del quartiere alessandrino degli anni trenta e il successivo restauro.

A quest'epoca risale la famosa Loggia dei Cavalieri di Rodi, attribuita a Giuliano da Maiano, edificata riutilizzando le strutture di un'antica struttura detta"terrazza domizianea"dai bolli laterizi che vi furono identificati. Con molta probabilità i lavori furono contemporanei a quelli per l'edificazione del vicino Palazzo Venezia, e presumibilmente vi videro impegnate alcune delle stesse maestranze. Le pareti della Loggia erano affrescate con immagini di giardini le quali si intravedono ancora oggi.









Nel corso XVI secolo, dopo la perdita dell'isola di Rodi e con l'avanzata Ottomana verso l'Europa, i Cavalieri Templari videro ridimensionati importanza e potere a Roma. La loro sede venne trasferita all'Aventino (dove si trova ancora oggi) e nel 1566, un altro cardinale, Michele Bonelli detto l'Alessandrino, nipote di papa San Pio V Ghislieri, iniziò una totale ristrutturazione della zona dei Pantani, col tempo denominata appunto quartiere Alessandrino.

Sull'area dell'antico priorato, Pio V insediò un convento di suore domenicane Neofite, così dette per avere la missione di convertire al cattolicesimo le fanciulle ebree. In questo contesto vennero tamponati gli archi della grande loggia al fine di ricavare un dormitorio a due piani. Le suore vi restarono fino a quando iniziarono i lavori di demolizione di tutto il quartiere alessandrino che portò all’apertura di Via dei Fori Imperiali, comportando la scomparsa delle strutture medievali del monastero di San Basilio e di quelle cinquecentesche del Convento delle Domenicane della SS. Annunziata. Nel 1950 vennero infine ultimati i restauri attraverso i quali si recuperò l'aspetto rinascimentale della casa dei cavalieri di Rodi, tornata nuovamente ad essere proprietà dell'Ordine.















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