IL MOSAICO NILOTICO DI PALESTRINA


Scoperto agli inizi del XVII sec. rappresenta una grande carta geografica dell’Egitto in veduta prospettica, in cui è raffigurato il Nilo lungo il suo corso, dal territorio selvaggio della Nubia, popolata da pigmei cacciatori e da una grande varietà di animali coi nomi scritti in greco, all’Egitto interno dei grandi templi faraonici, fino alla costa mediterranea. Nell’angolo in basso a destra è riconoscibile il porto di Alessandria, la capitale dell’Egitto ellenistico, e il grande edificio circondato da mura che si affaccia sul porto. Secondo la critica più recente, si può forse identificare proprio con il palazzo dei Tolemei anche se nel corso dei secoli sono state fornite molte interpretazioni a tale riguardo.
L'opera, probabilmente realizzata nell'antica Praeneste da artisti alessandrini alla fine del II sec. a.C., potrebbe derivare da un originale pittorico dell’epoca di Tolemeo Filadelfo, ed andrebbe interpretato come un’allegoria dell’Egitto sotto il dominio dei Tolemei. Esso costituisce uno dei più grandi e importanti mosaici ellenistici conservati, un capolavoro assoluto per composizione, finezza di esecuzione, ricchezza cromatica e di dettagli.

















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