CHIESE DI ROMA - SANTA MARIA IN CAPPELLA


A volte rimango affascinato da come, a #Roma, le testimonianze artistiche di epoche differenti si possano sovrapporre anche nei luoghi più piccoli.
Uno di questi è il caso di Santa Maria “in Cappella”, una pittoresca chiesetta che si trova nel rione #Trastevere. Entrare in questo luogo di culto vuol dire immergersi all’improvviso nel Medioevo. Infatti le prime menzioni dello stesso si attestano intorno all’anno mille. Nello specifico, su una lapide che si trova murata alla destra della porta d’ingresso, si legge che la dedicazione della chiesa, detta anche “Santa Maria ad pineam” (presso la pigna), avvenne nel 1090 da parte di papa Urbano II.

Ma da dove deriverebbe l’appellativo “in Cappella”? Ci sono alcune ipotesi a proposito. La prima, supportata anche da Mariano Armellini (rif. Le Chiese di Roma – 1891) e riportata dall’Huelsen (Le Chiese di Roma nel Medioevo - M.27 – pag. 323), si rifarebbe anche a un passo dell’epigrafe in questione su cui è scritto: ANN. DNI MILL.XC IND. III MEN. MAR. D. XXV DEDICATA E(ST) HEC ECCLESIA SCE. MARIE QVE APPELL(ATUR) AD PINEAM. Il “que appell(atur)”, avrebbe dato luogo ad una corruzione che, nel gergo popolare, fu letto come “cappella”. Un’altra ipotesi, seguita dal Nibby e dall’Huelsen stesso, fa riferimento al termine “cupella” (barile), a testimonianza che nel Quattrocento, la compagnia dei baricellai aveva eletto questo luogo di culto come sede della propria compagnia. Una terza ipotesi presupporrebbe l’esistenza di un antico oratorio o di una cappella nell’area su cui venne eretto il luogo di culto mentre, recentemente, si tende a identificare l’appellativo “in cappella” con il fatto che Urbano II, in un periodo di forti tensioni all’interno della Chiesa, costretto a rifugiarsi sulla vicina Isola Tiberina, avrebbe riunito più volte in questa chiesa il Collegio Cardinalizio.

Una delle particolarità di questa chiesa è però il crocifisso realizzato in micromosaico che si trova sulla soglia di ingresso, accanto alla lapide già menzionata. L’opera sarebbe attribuita a Francesco #Borromini (la sua prima opera nota a Roma) che l'avrebbe realizzata in occasione del giubileo di Urbano VIII Barberini del 1625 per la basilica di S. Pietro, come sigillo della porta santa alla chiusura dell'evento. Quando il successore Innocenzo X Pamphilij riaprì la porta santa per il suo giubileo, nel 1649, ruppe simbolicamente il sigillo, ne fece dono al cardinal nipote, il nipote della celeberrima Donna Olimpia, che aveva la proprietà della chiesa. Sul bellissimo sigillo compaiono raffigurate infatti le api Barberini e la fronda d’ulivo dei Pamphilij.


Pesantemente restaurata nel corso dell’Ottocento, in particolar modo per quanto riguarda la facciata, la chiesa possiede tre navate. Le colonne sono probabilmente di spoglio mentre le decorazioni pittoriche risalgono al tempo dei restauri. Il campanile è però originale del XII secolo.Recentemente la chiesa di Santa Maria in Cappella è balzata su tutti i giornali a causa del rinvenimento di alcune reliquie attribuite a San Pietro e ad alcuni dei primi papi (leggi l’articolo http://www.lastampa.it/…/roma-le-reliquie-attri…/pagina.html)







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