L' AUDITORIUM DI MECENATE



Una sala larga 13 e lunga 24 metri, con un’abside semicircolare sul fondo che presenta una gradinata costituita da sette stretti gradini concentrici. L’accesso, sul lato opposto alla gradinata, avveniva lateralmente mediante una doppia rampa discendente, del quale oggi è conservato solamente l’ultimo tratto. Queste sono le caratteristiche del cosiddetto Auditorium di Mecenate, molto più probabilmente un ninfeo che forse poteva essere parte (l'unica comunque giunta fino ai nostri giorni) di un lussuoso complesso residenziale fatto edificare da Mecenate, stretto collaboratore ed amico dell'Imperatore Augusto.



La denominazione di "Auditorium" fu data al sito quando venne scoperto nel 1874 durante i lavori di edificazione dell'allora sorgente quartiere Esquilino. All'epoca, notando la gradinata della parete di fondo, gli studiosi ipotizzarono l'uso del complesso come cavea teatrale. In seguito, però, dopo aver notato che i gradini erano troppo stretti per far pensare a una cavea teatrale, la critica identificò il monumento come una fontana monumentale che andava ad ornare una sala ricca di decorazioni e giochi d'acqua destinata a "triclinio estivo", ritrovo di una ristretta cerchia di intellettuali.
Tale tesi è suffragata dal rinvenimento di alcuni versi del poeta greco Callimaco dipinti sull'intonaco esterno dell'abside, che alludono agli effetti del vino e dell'amore oltre che dalle decorazioni pittoriche della sala dove compaiono scene dionisiache e bucoliche.






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